
Tra astrazione e figurazione ed una passione per la dimensione tattile della scultura.
In lotta con i metalli per imprimere la passione nella materia e trasformarla in creatura.
Annalisa Tescari Appuhn è nata a Legnago (VR) per trasferirsi da adulta a Roma dove vive e lavora.
Nel 2007 inizia ad esporre nella Galleria Rilievi di Via della Reginella, dove aveva anche il laboratorio.
Nel 2008 partecipa alla mostra nello spazio aperto della Fondazione Versiliana a Marina di Pietrasanta.
Nel 2009 apre un work shop con Galleria in Via Ostilia 3b con esposizione opere permanente.
Negli anni 2012- 2013 espone in forma continuativa alla Galleria Uno di Daniel Capitanu.
Nello stesso anno arriva tra i primi 12 finalisti del Primo Concorso Internazionale di Exibart Arte e Laguna
Dopo un lungo periodo dedicato all’arte pittorica, durante il quale svolge anche l’apprendistato come restauratrice di dipinti presso la Bottega dell’Arco di Andrea Carfagna, nel 2017 riprende a dedicarsi all’attività scultorea.
INSEGUO UN SOGNO
Il percorso artistico di Annalisa Appuhn, che si muove costantemente tra l’astrazione e la figurazione, trae origine dalla passione per la dimensione tattile della scultura e si sviluppa in una ricerca formale improntata sulla potenza plastica della materia. Al corpo piatto della cera, ammorbidita prima col calore della fiamma, poi attraverso il lavoro insistente delle mani, affida la forma che vuole realizzare, sacrificata e trasfusa poi nel metallo incandescente che prende il suo posto.
Un processo che nasce da una vitalità istintiva e che si basa sul contatto diretto con i materiali che la forza creatrice dell’artista, svincolata da ogni convenzione estetica e formale, trasforma in creature metalliche infondendovi qualcosa di se’, del suo mondo interiore.
Preziose e luminose in superficie, quanto profonde e tenebrose all’interno.
Sono queste le coordinate su cui muoversi per esplorare il mondo artistico di Annalisa Appuhn; la sua ricerca si muove continuamente fuori e dentro la materia scultorea, come se il desiderio dell’artista fosse quello di scostare la realtà per scoprire il vero, per dar luce ad un mondo vastissimo all’interno. E’ un’opera archetipica, quella di Annalisa Appuhn, che va alla radice dell’essenza dell’essere umano; sculture che pulsano, che parlano del nostro entrare ed uscire dalla vita e dell’intensità di tutto ciò che sta in mezzo a questi due momenti: la vita stessa che l’autrice sa cogliere proprio là dove sembra più inafferrabile.
Come nella scultura Terra, in cui l’uomo esce dalla madre terra con un gesto di disperazione e si rannicchia su di essa a cercare riparo e protezione o in Venezia, inaccessibile forma cubica dalla superficie scintillante, che nasconde all’interno un mondo intricato, tutto femminile.
Il suo percorso di artista eclettica è sempre attraversato dalla presenza delle donne, ma è interessante vedere come riesca ad esprimere, nella tensione plastica che anima le sue opere, il fuoriuscire della figura femminile dal suo ruolo tradizionale, legato al concetto di bellezza rasserenatrice.